Domenica 20 marzo 2022 è andato in onda don Mario Pezzi intervistato da Monica Mondo per Soul, rubrica di Tv2000.
Si tratta di una intervista breve, ma ci sono alcuni punti abbastanza significativi.
Intanto
don Pezzi preferisce essere chiamato padre perché dice d'essere rimasto
comboniano nel cuore, sebbene la sua carriera di comboniano sia in
pratica terminata a pochi mesi dalla propria ordinazione, per il
fatidico incontro, nei primissimi anni '70, con Kiko Argüello e Carmen
Hernàndez presso la parrocchia romana dei Martiri Canadesi.
Il suo problema ai tempi (erano gli anni del '68, dei preti operai per intendersi) era il "trovare una forma del ministero sacerdotale più vicino e intellegibile alla gente".
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San Daniele Comboni evangelizzò l'Africa per davvero |
Addirittura,
nonostante ammetta di essere stato educato in una famiglia cattolica e
di essere stato ispirato dalla figura del Comboni, alla domanda della
intervistatrice "Lei l'ha avuta questa formazione (cattolica)?" risponde "L'ho avuta dopo, nel Cammino".
Insomma,
è stato illuminato ed educato totalmente alla scuola dei due iniziatori
iberici, ed è stato preso nella loro equipe solo perché "nelle equipe ci deve essere il presbitero".
Riportiamo la sua risposta alla domanda su cosa sia il Cammino.
"Il
Cammino è un dono che Dio ha fatto attraverso Kiko e Carmen alla Chiesa
di oggi. Il Concilio è stato convocato per trovare un linguaggio per
trasmettere le verità di sempre in un modo nuovo, più... e il Concilio
ha dato le risposte soprattutto riscoprendo il valore della Parola di
Dio che non può essere capita senza l'antico Testamento. Questa
connessione sta alla base del Cammino neocatecumenale. Ha rinnovato la
liturgia (qui ci stiamo perdendo: chi avrebbe rinnovato la liturgia?
Il Concilio o Kiko e Carmen? Da come prosegue sembra siano stati Kiko e
Carmen) Kiko come artista ...è pittore, musicista, architetto e... tante altre cose...Carmen è più ricercatrice perché era una chimica abilitata alla ricerca (???) e
ha fatto questa ricerca nei libri e nella Sacra Scrittura e ha
trapassato questa sapienza a Kiko, e io ho assistito alle varie tappe
con cui è nata l'iniziazione cristiana nel Cammino neocatecumenale".
Insomma, il prossimo passo sarà quello di attribuire il Concilio direttamente a Kiko e Carmen!
L'intervistatrice a questo punto riporta il Pezzi, che stava partendo per la tangente, a terra chiedendogli "Quanto dura questo Cammino neocatecumenale? O dura tutta la vita?"
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Quanto dura il Cammino? Circa così... |
Don Pezzi nega che duri tutta la vita. Infatti noi sappiamo che dopo più o meno trent'anni si completa con il battesimo al Giordano, ma questo non vuol dire assolutamente che il singolo non sia tenuto a dover restare neocatecumenale, perché gli viene spiegato che a quel punto è appena nato: poi c'è l'infanzia, l'adolescenza...consideriamo almeno altri 33 anni per arrivare alla piena maturazione, se brucerà le tappe come Gesù.
Don Pezzi afferma che il RICA (il Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti, cioè il percorso formativo che un adulto non battezzato riceve prima del Battesimo) "dice che non c'è problema di tempo... ha una durata non stabilita".
E
con questa scusa viene imposto a cattolici che hanno fatto sicuramente
più anni di catechismo in preparazione ai Sacramenti un tempo
indefinito di attesa prima di potersi dichiarare degni di dirsi
battezzati.
È la solita vecchia storia di Dio che ti ama come sei e che non ti chiede di cambiare.
E si passa dal peccato all'avere lo Spirito dentro senza nessuna
contrizione per il peccato, nessuna confessione nessuna conversione.
Don Pezzi omette di dire che San Paolo proprio in quel brano citato avverte i Galati "circa queste cose (invidie, gelosie eccetera) vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio".
E i Galati erano convertiti e battezzati, eppure San Paolo non riteneva
che avessero lo Spirito Santo in automatico, non dimenticava di
chiarire la necessità di cambiare vita per essere in grazia.
Soprattutto
mai la Chiesa ha pensato o si è comportata in modo da far credere che
per poter essere e dirsi cristiano bisognasse fare una laurea in
ingegneria o in medicina, come don Pezzi cerca di far credere per
giustificare l'esistenza del Cammino neocatecumenale, anzi la sua
necessità nella società odierna.
Senza contare il fatto che
mediamente un neocatecumenale dopo trent'anni di studio è più ignorante
in materia di Sacra Scrittura di un pentecostale dopo un training di un
paio d'anni.
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Nennolina e Anna De Guigné, due bambine sulla via della canonizzazione senza bisogno della laurea in ingegneria del Cammino |
La parte finale dell'intervista è dedicata alla trasmissione della fede ai figli, con le Lodi alla domenica mattina, la partecipazione all'Eucarestia neocatecumenale quando hanno una certa età e "quando hanno 13 anni sono invitati ad entrare in una nuova comunità": e qui si chiude il cerchio.
L'intervistatrice
crede di ravvisare un che di ebraico in questa formula formativa. Don
Pezzi, felice, conferma e, dimentico del fatto che un ebreo maschio
veniva accolto nel popolo già con la circoncisione, così come nella
Chiesa si entra con il Battesimo fatto già da infanti, paragona la
formazione dei giovani alla accettazione di un proselito come ebreo
solo se è pronto a morire. È chiaro che la Chiesa dei sogni di don
Pezzi non è più la Chiesa cattolica. Oppure il Cammino lo ha confuso
oltre ogni limite.
Alla domanda conclusiva su se il Cammino sia
anch'esso in crisi di adesioni, la vaga risposta di don Pezzi risulta
essere una conferma.
Con il canto finale "Maria piccola Maria" risuona finalmente nello studio La voce del Padrone.