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30 marzo 2022

Intervista a don Mario Pezzi

Domenica 20 marzo 2022 è  andato in onda don Mario Pezzi intervistato da Monica Mondo per Soul, rubrica di Tv2000.
Si tratta di una intervista breve, ma ci sono alcuni punti abbastanza significativi.
Intanto don Pezzi preferisce essere chiamato padre perché dice d'essere rimasto comboniano nel cuore, sebbene la sua carriera di comboniano sia in pratica terminata a pochi mesi dalla propria ordinazione, per il fatidico incontro, nei primissimi anni '70, con Kiko Argüello e Carmen Hernàndez presso la parrocchia romana dei Martiri Canadesi.
Il suo problema ai tempi (erano gli anni del '68, dei preti operai per intendersi) era il "trovare una forma del ministero sacerdotale più  vicino e intellegibile alla gente".  


San Daniele Comboni
evangelizzò l'Africa per davvero
Può essere che con il Cammino si sia avvicinato alle persone, certo che la figura del sacerdote, da lui rivestita, è  stata spogliata delle sue prerogative più importanti, i tre compiti/doni del sacerdote che sono la guida del gregge,  la formazione - nel Cammino compiti esclusivi  dei catechisti laici - e gli è rimasto solo ciò che riteneva la parte più debole e più  lontana dal popolo, quella di dare i Sacramenti: fra l'altro, i Sacramenti rivisitati dalla teologa Carmen che "ha fatto ricerche nei libri e nella Sacra Scrittura e ha trapassato questa sapienza a Kiko". Il sacerdote Pezzi ha solo potuto "assistere alle varie tappe con cui è  nata l'iniziazione cristiana nel Cammino neocatecumenale".

Addirittura, nonostante ammetta di essere stato educato in una famiglia cattolica e di essere stato ispirato dalla figura del Comboni, alla domanda della intervistatrice  "Lei l'ha avuta questa formazione (cattolica)?" risponde "L'ho avuta dopo, nel Cammino".
Insomma, è stato illuminato ed educato totalmente alla scuola dei due iniziatori iberici, ed è stato preso nella loro equipe solo perché  "nelle equipe ci deve essere il presbitero".

Riportiamo la sua risposta alla domanda su cosa sia il Cammino.
"Il Cammino è un dono che Dio ha fatto attraverso Kiko e Carmen alla Chiesa di oggi. Il Concilio è stato convocato per trovare un linguaggio per trasmettere le verità di sempre in un modo nuovo, più... e il Concilio ha dato le risposte soprattutto riscoprendo il valore della Parola di Dio che non può essere capita senza l'antico Testamento. Questa connessione sta alla base del Cammino neocatecumenale. Ha rinnovato la liturgia (qui ci stiamo perdendo: chi avrebbe rinnovato la liturgia? Il Concilio o Kiko e Carmen? Da come prosegue sembra siano stati Kiko e Carmen) Kiko come artista ...è  pittore, musicista, architetto e... tante altre cose...Carmen è  più  ricercatrice perché  era una chimica abilitata alla ricerca (???) e ha fatto questa ricerca nei libri e nella Sacra Scrittura e ha trapassato questa sapienza a Kiko, e io ho  assistito alle varie tappe con cui è  nata l'iniziazione cristiana nel Cammino neocatecumenale".
Insomma, il prossimo passo sarà quello di attribuire il Concilio direttamente a Kiko e Carmen!
L'intervistatrice a questo punto riporta il Pezzi, che stava partendo per la tangente, a terra chiedendogli "Quanto dura questo Cammino  neocatecumenale? O dura tutta la vita?"

Quanto dura il Cammino? Circa così...

Don Pezzi nega che duri tutta la vita. Infatti noi sappiamo che dopo più  o meno trent'anni si completa con il battesimo al Giordano, ma questo non vuol dire assolutamente che il singolo non sia tenuto a dover restare neocatecumenale, perché  gli viene spiegato che a quel punto è  appena nato: poi c'è  l'infanzia, l'adolescenza...consideriamo almeno altri 33 anni per arrivare alla piena maturazione, se brucerà le tappe come Gesù.

Don Pezzi afferma che il RICA (il Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti, cioè il percorso formativo che un adulto non battezzato riceve prima del Battesimo) "dice che non c'è  problema di tempo... ha una durata non stabilita".
E con questa scusa viene imposto a cattolici che hanno fatto sicuramente più  anni di catechismo in preparazione  ai Sacramenti un tempo indefinito di attesa prima di potersi dichiarare degni di dirsi battezzati.

Don Pezzi dimentica volutamente che il tempo non definito del RICA potrebbe essere condensato anche nell'ambito di una sola celebrazione, quella battesimale, se il candidato è  già  preparato e maturo nella fede!
 
Qui, con i suoi formatori
 
Continua don Pezzi dopo aver preso la rincorsa: "I nostri angeli, i catechisti itineranti che vanno senza soldi buttando la sua vita per l'annuncio, annunciano la buona notizia che Dio ci ama come siamo e che non chiede che cambiamo per amarci. E questo tocca il cuore soprattutto dei molti peccatori perché sempre abbiamo avuto lo schema che Dio ama i buoni e castiga i cattivi e invece Dio ci ha amati quando eravamo suoi nemici... E Gesù  Cristo dandoci il suo Spirito ci fa figli di Dio... San Paolo nelle lettera ai Galati dice che i frutti della carne sono invidia, gelosie...i frutti dello Spirito  che abita in noi invece... chiaro che ci vuole una iniziazione. Noi siamo abituati che per diventare ingegnere ci vuole un corso  di tanti anni, per diventare chirurgo...e per diventare cristiani... per questo il Cammino è un dono a questa società" eccetera eccetera.

È  la solita vecchia storia di Dio che ti ama come sei e che non ti chiede di cambiare. E si passa dal peccato all'avere lo Spirito dentro senza nessuna contrizione per il peccato, nessuna confessione nessuna conversione.
Don Pezzi omette di dire che San Paolo proprio in quel brano citato avverte i Galati "circa queste cose (invidie, gelosie eccetera) vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio". E i Galati erano convertiti e battezzati, eppure San Paolo non riteneva che avessero lo Spirito Santo in automatico, non dimenticava di chiarire la necessità di cambiare vita per essere in grazia.

Soprattutto mai la Chiesa ha pensato o si è  comportata in modo da far credere che per poter essere e dirsi cristiano bisognasse fare una laurea in ingegneria o in medicina, come don Pezzi cerca di far credere per giustificare l'esistenza del Cammino neocatecumenale, anzi la sua necessità  nella società odierna.
Senza contare il fatto che mediamente un neocatecumenale dopo trent'anni di studio è  più ignorante in materia di Sacra Scrittura di un pentecostale dopo un training di un paio d'anni.

 

Nennolina e Anna De Guigné, due bambine sulla via della canonizzazione senza bisogno della laurea in ingegneria del Cammino

La parte finale dell'intervista è  dedicata alla trasmissione della fede ai figli, con le Lodi alla domenica mattina, la partecipazione all'Eucarestia neocatecumenale quando hanno una certa età e "quando hanno 13 anni sono invitati ad entrare in una nuova comunità": e qui si chiude il cerchio.
L'intervistatrice crede di ravvisare un che di ebraico in questa formula formativa. Don Pezzi, felice, conferma e, dimentico del fatto che un ebreo maschio veniva accolto nel popolo già  con la circoncisione, così  come nella Chiesa si entra con il Battesimo fatto già da infanti, paragona la formazione dei giovani alla  accettazione di un  proselito come ebreo solo se è pronto a morire. È  chiaro che la Chiesa dei sogni di don Pezzi non è più la Chiesa cattolica. Oppure il Cammino lo ha confuso oltre ogni limite.

Alla domanda conclusiva su se il Cammino sia anch'esso in crisi di adesioni, la vaga risposta di don Pezzi risulta essere una conferma.

Con il canto finale "Maria piccola Maria" risuona finalmente  nello studio La voce del Padrone.