e ci si è messo talmente tanto che ne avanzarono dodici ceste!
Ci si è messo da solo, nella verità, non è che ce l'ha spinto qualche fratello!
per i futuri ex-kikos - ma anche per i fratelli che sono già fuori dal Cammino Neocatecumenale
e ci si è messo talmente tanto che ne avanzarono dodici ceste!
Ci si è messo da solo, nella verità, non è che ce l'ha spinto qualche fratello!
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Madonna di Loreto - Altare nella Santa Casa |
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Meraviglioso primo piano del Volto della Statua della Madonna di Loreto |
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qui riassunti i canoni della bellezza per Kiko |
"Vedrete come la Vergine Maria è stata dietro a tutto. Io mi ricordo che Paolo VI ci ha ricevuto ed ha parlato la prima volta del Cammino il giorno 8 maggio, giorno della Madonna di Pompei. Un piccolo segno. Dio ha messo qui come segretario della Congregazione del Clero, che ci aiuta e ci difende, l’incaricato del Santuario di Pompei. Dietro a una serie di cose c’è Maria. Arriviamo a Roma e Torregiani, come prima cosa, ci invita ad affidare tutto il Cammino alla Madonna di Pompei, tutta la nostra missione: “Voi potete fondare comunità chiedendolo alla Madonna”. Allora per prima cosa ci porta a Napoli e andiamo al Santuario di Pompei, che ci è parso orribile e grandissimo… E ne abbiamo fatta di strada!"
“...noi non crediamo negli idoli. La Madonna che c’è nella Casetta è un pezzo di legno scuro che hanno rifatto di recente perché l’immagine antica si è bruciata. Noi crediamo nella Madonna, Madre di Gesù, non diciamo: “Ah, io sono devoto della Madonna di Loreto, io sono devoto della Madonna del Perpetuo Soccorso….”. "Sì, puoi essere devoto di quello che vuoi ma sono sempre rappresentazioni dell’unica Madre di Gesù”.
Che non succeda come in un paese in Spagna, dove ci sono due Madonne e si passa nel codice genetico, di padre in figlio, l’amore alla propria Madonna e l’odio all’altra Madonna. E quando arriva la festa, succede un macello: si menano, si distruggono a vicenda, c’è una spaccatura totale del paese. Da secoli stanno in questa situazione: il paese è diviso in due Madonne, e non c’è verso di arrivare a un’intesa. “Guai a chi tocca la mia Madonna!”, ti uccidono, ti tagliano la mano! “La Madonna dell’altro non vale niente, questa sì che è autentica!”
Il miracolo è stato che il parroco ha chiesto le catechesi e nella comunità ci sono fratelli di entrambe le Madonne. Il prodigio è che lì non ci sono più due Madonne ma una: la Madre di Gesù.”
“Allora qui a Loreto si conserva la Casa di Nazareth, il catecumenium di Gesù, il posto dove Gesù Cristo è diventato adulto"(ndr. apprendiamo con stupore che anche Gesù ha avuto bisogno del catecumenato)
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Madonna del Santo Rosario di Pompei, ora pro nobis! |
“Con tutto questo voglio dire che Dio aveva già tutto programmato, aveva un disegno che noi stiamo scoprendo poco a poco. Il disegno della Casa di Nazareth, il fare comunità nelle baracche come la Sacra Famiglia di Nazareth, Patrizio e Marisa a cui Dio stava muovendo il cuore nella loro libertà: Dio pensava già di fare qui qualcosa… le costruzioni che abbiamo fatte secondo i nostri mezzi; però sono estetiche perché l’arte è sempre un’espressione dell’amore.
Quando la Chiesa è in un momento di decadenza si vedono cose orribili: se volete vedere la decadenza della liturgia andate nei negozi dove vendono arredi liturgici e vedrete Bambini Gesù paciocconi, pupazzi orribili. E’ una cosa tremenda, viene da pensare: se questa è la Chiesa mi faccio musulmano! Se gli artisti cattolici arrivano a questo, a fare queste immagini sdolcinate di Gesù…! Non ci sono più libri liturgici, non c’è più bellezza nelle cose. Noi stamo cercando di fare qualcosa in questo senso…” (ndr. e continua così a sproloquiare, dal “pezzo di legno scuro" alle "immagini sdolcinate"; tutto un orrore)
“Ma attenzione: per ricevere la Madonna come tua madre in casa tua devi essere discepolo, e avere imparato a stare sotto la croce….
Noi non cominciamo dalla Madonna, facendo un devozionismo – “Fiori a Maria, che buona Mamma mia!” -, si può anche fare: “A Gesù per Maria”.
Si può anche cominciare così, ma sono altre cose per gente molto pia, molto cristiana.
Noi abbiamo cominciato con il Kerigma….
...Per presentarvi la Vergine Maria non c’è bisogno di trovare un’icona particolare né un’apparizione – che sono anche cose necessarie, che la Madonna utilizza per aiutare la religiosità della gente – voi avete un fatto molto più importante: avete l’esperienza della vostra storia, di quello che la Chiesa ha fatto con voi fino ad oggi.
La Vergine Maria è quella che si è presa cura di voi, da quando avete ascoltato il Kerigma fino ad oggi."
"Anche il C.N. è stato una grazia della Vergine Maria: sapete che abbiamo avuto un incontro – diciamo così, non voglio spiegare troppo questo – in cui la Vergine Maria ci ha detto di fare piccole comunità come la Sacra Famiglia di Nazareth.
Ossia il C.N. è una rivelazione della Vergine Maria a noi per portarlo alla Chiesa…”
“...forse qui c’è qualcuno che era molto lontano dalla Chiesa e gli dava ai nervi tutto quel devozionismo alla Vergine Maria, anche perché dietro il devozionismo c’è gente molto nevrotica, mammista, fanatica, c’è di tutto!
C’erano preti mezzo pazzi che deviavano anche la devozione alla Madonna, c’era di tutto anche in reazione alla controversia protestante ... Si faceva poco meno che una specie di idolatria della Vergine…
La Vergine Maria attraverso noi, vostri catechisti, vi ha insegnato ad OBBEDIRE…
Per questo dicevo che tutto quello che avete ricevuto dal Cammino lo avete ricevuto da Maria, vostra Madre. Un bambino che sta nella pancia non conosce sua madre, eppure riceve da lei tutto… quando diventa più grande impara a dire “Mamma”…
Voi siete già grandicelli, cominciate a camminare da soli,… adesso vi si può insegnare: “Questa è tua Madre chiamala!…”
“...tutte cose che indicano come sia vero il Cammino.
Fatto sta che Dio ha pensato già le cose in modo che avvenisse vicino a Loreto. Il nostro Cammino ha a che vedere con la Famiglia di Nazareth”
“Il problema è che sostenere il cristianesimo su devozioni è assurdo. Le devozioni non servono se non c’è una base catechetica vera. Andare ai Santuari, andare a Lourdes, pregare il rosario: queste cose non sostengono sufficientemente, se manca il Kerigma, la gestazione della fede, la gente va a Lordes, si emoziona, si commuove e dopo 15 giorni pecca andando con la segretaria a far l’amore e non gliene importa. Ma è chiaro, fuori dubbio! Manca la catechesi seria, la gestazione, tutto l’arco della gestazione della fede che stiamo facendo noi.
Ma questo non vuol dire assolutamente che andare a Lourdes sia una cosa assurda né che pregare il rosario sia fasullo. Mantenere solo quello del cristianesimo non basta ed equivale a dire che hanno ragione i pagani a dire che quella gente è bigotta, cioè che basa la sua spiritualità su cose accessorie e che non hanno un fondamento nella sua vita, poiché dopo, alla verifica è ipocrita, gente che non ti aiuta (ti aiuta più un pagano anche se il bigotto tocca tutti i giorni i santi in chiesa). Hanno ragione è la verità. La colpa non l’hanno le forme, ladorazione al Santissimo o il rosario. Non è quello, anche queste son cose che aiutano a soffiare il fuoco, ma se non c’è il fuoco che si soffia?”
(ndr. Kiko accusa i bigotti di ipocrisia e di cadere in peccati della carne dopo aver pregato la Vergine con tanto sentimentalismo. Il Kerigma solo salva! E si è ritrovato con un cammino covo di ipocriti che, alla sua sequela, hanno difeso sempre chi peccando gravemente contro il prossimo provoca scandalo).
“Voglio dire che noi abbiamo interpretato queste cose per voi così. Gesù Cristo quando affida sua madre alla chiesa, agli apostoli, gli dà sua madre? Quando lui deve sparire da questo mondo, quando Lui va a morire.
Così voi dovete capire che noi dobbiamo abbandonarvi, vi lasciamo alla Vergine Maria.
Perché? Fino adesso non avevate bisogno della Vergine Maria perché è sempre stata con voi eravate nel suo seno, vi ha dato tutto. Vi ha dato l’essere. "
"Adesso siete usciti come adulti, diciamo così, rinnoverete il vostro Battesimo, siete adulti e adesso vi presentiamo colei che vi ha partorito, che è stata la vostra genitrice, che vi ha portato, ha ispirato Kiko, Carmen, è stata sempre vicina a voi. Questo non perché ricorriate a lei quando avete un bisogno, no, ma io non ho detto niente di tutto questo ma tutto il contrario.”
Dio aveva tutto un disegno, nel quale solo loro sono l'unico centro. E così i kikatekisti fanno i fenomeni, sapendo che racconteranno ai fratelli cose sorprendenti.
Altro che battaglia di Lepanto, conversione della Russia, bambini di Fatima e profezie di Pace!
Mentre, come sempre, si sostituiscono al sacro e al divino con i loro deliri fini a se stessi.
Pubblichiamo una lunga e meditata testimonianza di lettori cattolici che, pur non avendo frequentato il Cammino, ne hanno ascoltate molte idee e suggestioni, causa la pesante neocatecumenalizzazione della diocesi di appartenenza.
Questa testimonianza dà ulteriore conferma del fatto che quando il Cammino Neocatecumenale si insedia in una parrocchia o in una diocesi, le catechesi e le attività dell'organismo ospitante finiscono inevitabilmente per ricalcare il modus operandi neocatecumenale. L'obiettivo del Cammino, quando si adopera sul territorio per la parrocchia o per la diocesi, è quello di predisporre i cattolici ad essere successivamente attirati nella cerchia neocatecumenale.
Chi, senza entrare in una comunità, frequenta regolarmente incontri o ritiri organizzati dal Cammino viene fortemente esposto alla cosiddetta "neocatecumenalizzazione", esercitata con discorsi martellanti e ferree pratiche esclusive, dalle pessime conseguenze sulla salute spirituale, psichico-intellettiva, emotiva, organizzativa, materiale e fisica, nel senso stretto della sicurezza personale.
TESTIMONIANZA: Uno sguardo critico sul passato.
Pur non appartenendo al Cammino Neocatecumenale, era molto difficile evitarne l'influenza. Il Cammino era presente in numerose parrocchie della diocesi in ruoli decisionali o preminenti: nei consigli pastorali, nell' animazione delle Messe, con canti, ammonizioni ed occasionali redditio. Anche le omelie erano modellate sui testi segreti del Cammino, che ancora non conoscevamo, con tutte le esagerazioni e le eresie del caso. I neocatecumenali gestivano il catechismo per bambini, di pre- e post-cresima, cicli di catechesi sui dieci comandamenti ed ovviamente le immancabili catechesi iniziali del Cammino Neocatecumenale con cui all'epoca rimpolpavano ancora le file degli adepti. Magari non li vedevi al volontariato ma avevano in mano la narrativa catechetica.
Nelle parrocchie rimaste fedeli alla dottrina cattolica il discorso catechetico si contrapponeva a quello neocatecumenale. Tuttavia, la libertà lasciata ai fedeli di scegliere tra due realtà opposte ed inconciliabili, come se fossero entrambe valide, dava luogo ad una penosa confusione, aggravata dal fanatismo con cui questi neo-schitarratori convinti di sé, veri parvenus del "rapporto finalmente personale col Signore", criticavano la fede "dei nonni", fatta di messe giornaliere, rosari, sacrifici, digiuni e devozioni, tutti aspetti in realtà ammirevoli.
Leggendo questo blog abbiamo finalmente trovato ragione delle numerose dissonanze a cui va incontro un battezzato cattolico in una diocesi fortemente neocatecumenalizzata. All'epoca dei fatti ignoravamo che dietro al fanatismo chiassoso ed apparentemente spontaneo di molte parrocchie governasse la ferrea volontà di un'organizzazione ben finanziata e dalla rigida struttura occulta, il messaggio della quale, lungi dall'essere improvvisazione dello "Spirito Santo" come vantato, era scritto in copioni tenuti segreti. Il Cammino avanzava in diocesi, seguendo il suo progetto di colonizzazione.
I recenti post sugli scrutini, sui garanti, sulle vicende di abusi, sia fisici che di potere, ci hanno dato occasione di confrontarci per raccogliere i ricordi sul messaggio catechetico neocatecumenale in materia di relazioni interpersonali. Desiderando lasciare una testimonianza ma limitati da ragioni di brevità, ci siamo focalizzati sulle catechesi sul sesto comandamento, per via delle stringenti somiglianze con quei metodi neocatecumenali che avete ampiamente documentato nel blog.
Le catechesi diocesane e parrocchiali a cui torna la nostra memoria, gestite da presbiteri del Cammino e loro collaboratori, erano aperte a tutti e vi partecipavano perlopiù giovani e giovani adulti di età compresa tra i 17 ed i 35 anni. Ciascuna delle sezioni che seguono si riferisce a momenti diversi delle catechesi sul sesto comandamento o del corrispondente ritiro finale della durata di qualche giorno.
1. I "gruppetti" di discussione sui peccati contro il sesto comandamento:
Dottrina neocatecumenale del peccato: Quando vi trovate davanti una pozza di fango cosa fate, non vi ci buttate?! Non cercate di negarlo, ipocriti! Borghesi! |
Il discorso dei presbiteri di Kiko è fedele ai mamotreti eretici di Kiko e Carmen. La stessa fedeltà si riscontra nelle prassi, nei giudizi, negli atteggiamenti. |
Metteresti la tua salute, fisica, mentale, spirituale, nelle mani di un medico di torbida fama? E quella dei tuoi figli? |
Oggi, 15 maggio 2022, viene proclamato santo in Piazza San Pietro Charles de Foucauld,
un originale apostolo del Vangelo che ardeva dal desiderio di far
conoscere e amare il “suo” Gesù, vivendo tra i Touareg nel Sahara
algerino: “Risiedo qui, solo europeo… Felice di essere solo con Gesù, solo per Gesù”.
L'evento,
come ogni canonizzazione, coinvolge e commuove tutta la Chiesa, e
soprattutto le 19 famiglie di laici e sacerdoti che si richiamano alla
sua spiritualità.
C'è però anche un 'figlio spurio' che si sente coinvolto e quasi accomunato al nuovo santo in questa giornata speciale, ed è Kiko Argüello, fondatore del Cammino Neocatecumenale.
Sul sito ufficiale del Cammino neocatecumenale infatti alla canonizzazione di fratel Carlo è stato dedicato un articolo, a firma di don Ezechiele Pasotti,
in cui si afferma che, con Kiko, vi sarebbero «legami vari e
profondi, e vanno dal momento della loro conversione, all’intuizione
della vita nascosta in mezzo ai poveri, al modo di stare come “poveri
tra i poveri”, sino al “sogno” di una cappella per l’adorazione sul
Monte delle Beatitudini».
Vogliamo analizzare uno ad uno questi
presunti legami fra il santo che oggi viene elevato agli altari e colui
che, con tanta insistenza, da più di mezzo secolo sostiene di essere
un suo fedele imitatore.
La conversione.
Cosa pensava invece Charles de Foucauld
della possibilità e necessità di imitare Cristo? Scriveva:
«Approfittiamo degli esempi dei santi, ma senza fermarci a lungo né
prendere per modello completo questo o quel santo, e prendendo di
ciascuno ciò che ci sembra più conforme alle parole e agli esempi di Nostro Signore Gesù, nostro solo e vero modello, servendoci così delle loro lezioni, non per imitare essi, ma per meglio imitare Gesù».
È così che, dopo essersi consacrato a Dio come
monaco trappista, assetato di maggior povertà, maggior penitenza,
maggior conformità a Gesù, con il beneplacito dei superiori e del
direttore spirituale, lasciò la Trappa e si recò a Nazareth come eremita
presso un monastero di Clarisse; il suo scopo era quello di «condurre
il più fedelmente possibile la vita di Nostro Signore, vivendo soltanto del lavoro manuale e seguendo alla lettera tutti i Suoi consigli...».
L'idea,
il proposito e la trasposizione nella vita di fratel Carlo di Gesù
della sequela di Cristo e del conformarsi a Lui è completamente
antitetica a quella di Francisco (Kiko) Argüello.
La vita nascosta tra i poveri.
Charles
de Foucauld volle approfondire la sua vocazione attraverso una sorta di
vita eremitica, in preghiera, adorazione, lavoro silenzioso e grande
povertà.
Ciò avviene inizialmente in Terra Santa presso le Clarisse di Nazareth.
Tornato nuovamente nel suo
Paese venne ordinato sacerdote a 43 anni nella Diocesi di Viviers. Ma
l’Africa lo chiamava nuovamente e così si recò nel deserto algerino del
Sahara, prima a Beni Abbès, povero tra i più poveri, poi più a sud a
Tamanrasset con i Tuareg dell’Hoggar.
Non sappiamo esattamente cosa fece Kiko, insieme a Carmen, nel rione popolare delle Palomeras di Madrid.
Certo
è che vi rimasero per poco, e quasi subito cercarono di esportare
l'esperienza di "fraternità" provata in particolare con una colonia di zingari stanziatisi in quella zona nelle parrocchie ricche di Madrid.
La
povertà estrema, dopo averla provata sulla propria pelle, non era
assolutamente il loro ideale di vita, il paradigma di Charles de
Foucauld era diversissimo dal loro!
Un esempio della totale
indifferenza di Kiko Argüello rispetto all'apostolato fra i reietti
della società, si ha con il suo arrivo, insieme a Carmen Hernàndez, in
Italia.
Don Dino Torreggiani, primo sponsor ecclesiastico dei due
ispanici sul suolo italico, aveva creduto nella autenticità delle loro
vantate esperienze tra i poveri di Madrid e nutriva grandi speranze e
aspettative su di loro come "apostoli dei capelloni" (simpatizzanti del
movimento Hippy) che stazionavano giorno e notte in piazza Navona.
Altro che vita nascosta tra i poveri!
Lo
stesso don Francesco Cuppini rileva come "interessante" il fatto che la
prima parrocchia "evangelizzata" da Kiko e Carmen a Roma fosse quella
dei Martiri Canadesi.
Scrive infatti «da uno che vive con i
baraccati ci si poteva aspettare più logicamente un apostolato rivolto
ai poveri, una comunità di poveri, un po' come a Madrid».
Ma conclude: «Invece il Signore qui a Roma il Cammino lo ha passato direttamente dalle baracche ai borghesi».
Quindi, secondo l'idea che Cuppini vuole accreditare, è stato Dio a
volerlo, facendo evaporare in breve volgere di tempo il grande amore
dei due iberici (borghesi pure loro) per Madonna povertà!
Non è inessenziale ricordare che questo afflato di vita nascosta tra i poveri non farà mai più parte degli obbiettivi dei due fondatori del Cammino neocatecumenale.
Il sogno di una cappella per l’adorazione sul Monte delle Beatitudini
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Quando essere stati marxisti ed atei diventa un vanto... |
Diceva Kiko negli "Orientamenti per la fase di conversione": «Noi cristiani non abbiamo altare, perché l'unica pietra santa è Cristo, Pietra angolare. Perciò noi possiamo celebrare l'eucarestia sopra un tavolo;
e la possiamo celebrare in una piazza, in campagna e dove ci piaccia!
Non abbiamo un luogo in cui esclusivamente si debba celebrare il culto».
E
Carmen gli faceva da sponda dichiarando: «Io sempre dico ai
Sacramentini che hanno costruito un tabernacolo immenso: se Gesù Cristo
avesse voluto l'Eucarestia per stare lì, si sarebbe fatto presente in
una pietra che non va a male» e proseguiva descrivendo come devianti
«l'adorazione, le genuflessioni durante la Messa ad ogni momento,
l'elevazione perché tutti adorino...Nel Medioevo all'elevazione si
suonava la campana, e quelli che erano in campagna adoravano il
Santissimo.»
Date queste premesse, è normale che finiscano per
dichiarare che «stanno scomparendo i contrasti con i protestanti perché
andando al centro, all'essenziale, coincideremo con loro» (secondo Kiko e Carmen, saremo noi a coincidere con i protestanti, non viceversa!).
Sempre
più abissale la differenza tra la visione di Kiko e Carmen, sulla quale
hanno istruito tutti i propri adepti e mai è stata esplicitamente
rigettata, e quella di fratel Carlo de Foucauld.
Su quanto poi il
lussuoso mausoleo della Domus Galilaeae con la cappella dell'adorazione
circolare oppressa dal gruppo bronzeo kikiano corrisponda all'ideale
di de Foucauld, si è ben espresso in una lettera aperta dolorante e scandalizzata un membro di una delle fraternità ispirate all'esempio di vita di fratel Carlo.
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Domanda più che lecita... |
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Kiko voleva che fosse un "monastero" ma dovette ripiegare sulla cappella |
San Carlo de Foucauld, ti affidiamo nella preghiera tutti coloro che ancora credono nelle assurde pretese di santità e di cattolicità del Cammino neocatecumenale così come voluto dai suoi fondatori, perchè, considerando il tuo esempio e le tue virtù, rigettino senza altro indugio le finzioni e le inautenticità con le quali li si vuole tenere avvinti. Così sia.
Domenica 20 marzo 2022 è andato in onda don Mario Pezzi intervistato da Monica Mondo per Soul, rubrica di Tv2000.
Si tratta di una intervista breve, ma ci sono alcuni punti abbastanza significativi.
Intanto
don Pezzi preferisce essere chiamato padre perché dice d'essere rimasto
comboniano nel cuore, sebbene la sua carriera di comboniano sia in
pratica terminata a pochi mesi dalla propria ordinazione, per il
fatidico incontro, nei primissimi anni '70, con Kiko Argüello e Carmen
Hernàndez presso la parrocchia romana dei Martiri Canadesi.
Il suo problema ai tempi (erano gli anni del '68, dei preti operai per intendersi) era il "trovare una forma del ministero sacerdotale più vicino e intellegibile alla gente".
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San Daniele Comboni evangelizzò l'Africa per davvero |
Addirittura,
nonostante ammetta di essere stato educato in una famiglia cattolica e
di essere stato ispirato dalla figura del Comboni, alla domanda della
intervistatrice "Lei l'ha avuta questa formazione (cattolica)?" risponde "L'ho avuta dopo, nel Cammino".
Insomma,
è stato illuminato ed educato totalmente alla scuola dei due iniziatori
iberici, ed è stato preso nella loro equipe solo perché "nelle equipe ci deve essere il presbitero".
Riportiamo la sua risposta alla domanda su cosa sia il Cammino.
"Il
Cammino è un dono che Dio ha fatto attraverso Kiko e Carmen alla Chiesa
di oggi. Il Concilio è stato convocato per trovare un linguaggio per
trasmettere le verità di sempre in un modo nuovo, più... e il Concilio
ha dato le risposte soprattutto riscoprendo il valore della Parola di
Dio che non può essere capita senza l'antico Testamento. Questa
connessione sta alla base del Cammino neocatecumenale. Ha rinnovato la
liturgia (qui ci stiamo perdendo: chi avrebbe rinnovato la liturgia?
Il Concilio o Kiko e Carmen? Da come prosegue sembra siano stati Kiko e
Carmen) Kiko come artista ...è pittore, musicista, architetto e... tante altre cose...Carmen è più ricercatrice perché era una chimica abilitata alla ricerca (???) e
ha fatto questa ricerca nei libri e nella Sacra Scrittura e ha
trapassato questa sapienza a Kiko, e io ho assistito alle varie tappe
con cui è nata l'iniziazione cristiana nel Cammino neocatecumenale".
Insomma, il prossimo passo sarà quello di attribuire il Concilio direttamente a Kiko e Carmen!
L'intervistatrice a questo punto riporta il Pezzi, che stava partendo per la tangente, a terra chiedendogli "Quanto dura questo Cammino neocatecumenale? O dura tutta la vita?"
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Quanto dura il Cammino? Circa così... |
Don Pezzi nega che duri tutta la vita. Infatti noi sappiamo che dopo più o meno trent'anni si completa con il battesimo al Giordano, ma questo non vuol dire assolutamente che il singolo non sia tenuto a dover restare neocatecumenale, perché gli viene spiegato che a quel punto è appena nato: poi c'è l'infanzia, l'adolescenza...consideriamo almeno altri 33 anni per arrivare alla piena maturazione, se brucerà le tappe come Gesù.
Don Pezzi afferma che il RICA (il Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti, cioè il percorso formativo che un adulto non battezzato riceve prima del Battesimo) "dice che non c'è problema di tempo... ha una durata non stabilita".
E
con questa scusa viene imposto a cattolici che hanno fatto sicuramente
più anni di catechismo in preparazione ai Sacramenti un tempo
indefinito di attesa prima di potersi dichiarare degni di dirsi
battezzati.
È la solita vecchia storia di Dio che ti ama come sei e che non ti chiede di cambiare.
E si passa dal peccato all'avere lo Spirito dentro senza nessuna
contrizione per il peccato, nessuna confessione nessuna conversione.
Don Pezzi omette di dire che San Paolo proprio in quel brano citato avverte i Galati "circa queste cose (invidie, gelosie eccetera) vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio".
E i Galati erano convertiti e battezzati, eppure San Paolo non riteneva
che avessero lo Spirito Santo in automatico, non dimenticava di
chiarire la necessità di cambiare vita per essere in grazia.
Soprattutto
mai la Chiesa ha pensato o si è comportata in modo da far credere che
per poter essere e dirsi cristiano bisognasse fare una laurea in
ingegneria o in medicina, come don Pezzi cerca di far credere per
giustificare l'esistenza del Cammino neocatecumenale, anzi la sua
necessità nella società odierna.
Senza contare il fatto che
mediamente un neocatecumenale dopo trent'anni di studio è più ignorante
in materia di Sacra Scrittura di un pentecostale dopo un training di un
paio d'anni.
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Nennolina e Anna De Guigné, due bambine sulla via della canonizzazione senza bisogno della laurea in ingegneria del Cammino |
La parte finale dell'intervista è dedicata alla trasmissione della fede ai figli, con le Lodi alla domenica mattina, la partecipazione all'Eucarestia neocatecumenale quando hanno una certa età e "quando hanno 13 anni sono invitati ad entrare in una nuova comunità": e qui si chiude il cerchio.
L'intervistatrice
crede di ravvisare un che di ebraico in questa formula formativa. Don
Pezzi, felice, conferma e, dimentico del fatto che un ebreo maschio
veniva accolto nel popolo già con la circoncisione, così come nella
Chiesa si entra con il Battesimo fatto già da infanti, paragona la
formazione dei giovani alla accettazione di un proselito come ebreo
solo se è pronto a morire. È chiaro che la Chiesa dei sogni di don
Pezzi non è più la Chiesa cattolica. Oppure il Cammino lo ha confuso
oltre ogni limite.
Alla domanda conclusiva su se il Cammino sia
anch'esso in crisi di adesioni, la vaga risposta di don Pezzi risulta
essere una conferma.
Con il canto finale "Maria piccola Maria" risuona finalmente nello studio La voce del Padrone.