26 marzo 2025

L'unico problema che il Cammino neocatecumenale non risolve (parte seconda)

Nelle recenti convivenze di Inizio Corso è stato trattato  un argomento delicato, molto imbarazzante  per il Cammino Neocatecumenale, ma evidentemente così grave da dover essere affrontato con ampiezza ed insistenza.

Si prosegue l'analisi iniziata nella parte prima.

Inizio corso 2022/2023

Il delicato argomento della dipendenza da pornografia nel Cammino neocatecumenale viene ripreso nuovamente.
Nel mamotreto leggiamo infatti:

"INDICAZIONI AI CATECHISTI SUL DISCERNIMENTO
IN CASI DI DIPENDENZA (Internet, alcol, droghe, pornografia, ecc.)
Il Rito dell’Iniziazione cristiana degli Adulti, parlando degli Scrutini (n. 25,1), dice  che gli scrutini “mirano al duplice scopo sopra accennato, cioè a mettere in luce le fragilità,  le manchevolezze e le storture del cuore degli eletti, perché siano sanate, e le  buone qualità, le doti di fortezza e di santità, perché siano rafforzate. Gli  scrutini infatti sono predisposti per liberare dal peccato e dal demonio e  infondere nuova forza in Cristo che è via, verità e vita degli eletti”. È proprio dell’Iniziazione cristiana illuminare e curare le “manchevolezze e le storture del cuore degli eletti perché siano sanate”: la Chiesa ha coscienza di ciò che c’è nel cuore degli eletti, come proprio del cuore dell’uomo ferito dal peccato."

Ora, se torniamo a quanto detto dal presbitero neocatecumenale Pezzi, colui che si è fatto formare dai due laici Carmen e Kiko nei primi anni '70 dello scorso secolo, ci rendiamo conto che ha riportato una frase del RICA, (Rito di Iniziazione dei Cristiani  Adulti, cioè percorso di preparazione al nattesimo per gli adulti): ha riportato cioè che gli scrutini servono "a mettere in luce le fragilità,  le manchevolezze e le storture del cuore degli eletti, perché siano sanate" omettendo la prima parte del paragrafo, in cui si specifica che si tratta di riti celebrati nel corso tre Messe di Quaresima dal sacerdote o dal diacono; 

chi ascolta (e si fida delle parole del presbitero senza controllare) è portato a credere invece che il RICA stesso preveda un vero e proprio esame del candidato atto a portare alla luce le sue fragilità eccetera, il che è esattamente  ciò  che i catechisti neocatecumenali fanno subire ai loro adepti nel corso dei loro scrutini: dei veri e propri interrogatori pubblici sulla vita privata ed intima del neocatecumeno, spesso una scarnificazione della coscienza.

Stabilita questa prima grossa "bufala", senza nessuna difficoltà  visto che l'uditorio è già aduso da decenni a questo errore (ma dobbiamo ricordare che questa  catechesi dovrà essere riportata dal presbitero o dal catechista dell'equipe a tutte le comunità del Cammino, anche a quelle più  giovani e ancora senza esperienza nel corso delle convivenze "di riporto"), don Pezzi prosegue a vele spiegate affermando:

"In alcuni casi queste “storture” possono assumere forme di addizione grave che hanno bisogno dell’intervento di uno specialista, cioè non è sufficiente il processo normale di iniziazione cristiana, con i tempi propri di essa, perché la “ferita” ha  bisogno di essere affrontata con una cura appropriata. Dove e quando questo si dà – pochi casi e ben definiti – si può (e anche si deve) ricorrere al “medico specializzato”."
N.B: con "addizione" il presbitero non intende parlare di operazione matematica, ma probabilmente intende una "dipendenza".
 
Hanno il rimedio per tutti i mali...
 
Cosa si intende qui in particolare? Che alcune problematiche personali del soggetto che ha avuto la disgrazia di entrare nel Cammino  neocatecumenale, invece che essere confidate nel confessionale per ricevere sia l'assoluzione sacramentale, sia la direzione spirituale  da parte del sacerdote, vengono prima di tutto confessate in pubblico nel corso dello scrutinio-interrogatorio, in secondo luogo diventerà  materia di esame da parte di un pool di laici senza alcuna preparazione psicologica che dovrà decidere se la "stortura" è  "meno grave" e quindi possono trattarla loro con comodo (come non si sa...) oppure se è  grave e va consultato uno specialista.
Ricordiamoci che questa seconda opzione, pur suonando come un campanello di allarme - visto che appunto, tali decisioni debbono essere prese individualmente e con la guida del solo sacerdote, tenuto al segreto confessionale o adempiendo al ruolo di direttore spirituale, oppure anche, se si tratta di un minore, con l'aiuto dei genitori - sono pur sempre sempre un "progresso" visto che fino a poco tempo fa i catechisti neocatecumenali pensavano di risolvere anche i problemi psichici più gravi con la propria illuminata saggezza e a suon di urlacci.

Andiamo avanti. Continua don Pezzi:

"A questo proposito è di fondamentale importanza non confondere i due campi e i  ruoli distinti degli attori che possono intervenire:
1. Nell’iniziazione cristiana è il “catechista” – l’equipe che la porta avanti 
Prima un colloquio privato con il capo equipe e poi con tutta l’equipe e con il 
presbitero a stabilire modalità e tempi per sanare manchevolezze e storture, secondo il  processo di iniziazione e con i mezzi adeguati;
Andare a pregare 3 giorni in monastero o altre soluzioni, andare a messa tutti i giorni".

 
Il team dei catechisti diagnostica la patologia

È  chiara la successione del protocollo di intervento? Prima lo scrutinio davanti a tutti, in cui il singolo "confessa" la sua dipendenza e tutti ma proprio tutti, la sanno. In secondo luogo il colloquio privato con il capo équipe. Chissà  a cosa serve questo colloquio. Poi con tutta l'equipe  e, bontà  loro, il presbitero, per decidere come "sanare le storture".
Poi prosegue con i consigli. Mentre alle coppie in crisi li mandavano a fare il viaggio di nozze, anche qui hanno il "pacchetto" di soluzioni bell'e pronte: 3 giorni a pregare oppure a Messa tutti i giorni. Soprattutto la seconda delle due sarebbe un consiglio da dare a tutti sempre, invece i catechisti se lo riservano  per trattare i casi che sfuggono al loro controllo e per cui non basta la messinscena del sabato sera.
Di seguito vengono le distinzioni:
"2. Nel caso della dipendenza è il medico che deve operare secondo le procedure proprie della “medicina”. Può sorgere un problema dovuto alla particolare  condizione della dipendenza che toccando un ambito non fisico, ma  psicologico (neurologico e quant’altro), può sovrapporsi al campo spirituale  proprio dell’iniziazione cristiana, confondendosi con il compito proprio del  catechista.
Qui bisogna essere chiari: il catechista non può diventare psicoterapeuta, curando una addizione grave che non è di sua “competenza”, e lo psicoterapeuta non deve  diventare catechista, perché anche questo non è di sua competenza. Anche se il  catechista ha una formazione specifica nel settore.
Il catechista è chiamato a fare un discernimento con la grazia del suo ministero catechetico vedendo se ci sono segnali seri che fanno sospettare una dipendenza e se è il caso invitare quella persona a sottomettersi con umiltà alla valutazione di uno  specialista per accertare il reale livello della dipendenza e se essa richiede l’intervento dello specialista. Passo previo il sacramento della riconciliazione che aiuti in questo  percorso".
Qui vediamo come la confessione è  consigliata solo come un "passo previo", una formalità  a cui essere avviati da parte dei catechisti; gli stessi che poi valuteranno se e quando avviare il tapino dal medico o dal neurologo o altro specialista.
Bontà sua, il Pezzi consiglia ai catechisti di non vestire il camice bianco e operare direttamente sul paziente, dopo aver diagnosticato il male e inviato la persona dal prete per la "formalità" della confessione.
 
Catechista discernente all'opera

Certo non sappiamo esattamente da dove tragga la convinzione che "Il catechista è chiamato a fare un discernimento con la grazia del suo ministero catechetico" anche perché non ci risulta che i catechisti praticoni neocatecumenali siano stati investiti di alcun ministero catechetico e che soprattutto tale ministero dia loro il compito di occuparsi dei problemi di salute e soprattutto di situazioni che riguardano il foro interno del singolo.

La preoccupazione di don Pezzi però è che gli eventuali gruppi di recupero non distolgano l'adepto dalla frequenza del Cammino: sa bene che uno dei primi consigli di qualsiasi psicologo sarebbe quello di cambiare "ambiente", visti gli effetti negativi che esso provoca. Quindi si cautela:
"È bene indirizzare questa persona a gruppi di terapia cattolici o almeno rispettosi del percorso di fede della persona – on line o di presenza a seconda della scelta dell’interessato – che possano aiutarlo nel processo terapeutico di guarigione."
E anche:
"Per venire incontro alla necessità di trovare Istituzioni o Centri che si occupano della prevenzione a queste dipendenze o del recupero delle persone può essere utile cercarle nell’ambito delle proprie Chiese locali, verificando però che siano in sintonia 
– o che per lo meno non si oppongano – al percorso di fede delle persone."
... e cioè  che non si oppongano alla frequenza  del Cammino neocatecumenale.
Perché  il loro obbiettivo  non è  il benessere psichico e spirituale  della persona, ma l'interesse del loro movimento.

Ma, siccome il peggio non ha mai fine, addirittura il dottor Pezzi (dottore honoris causa, sicuramente dopo questi suoi interventi, in psicoterapia dell'età  dello sviluppo) attribuisce al RICA l'affermazione che il lavoro del terapeuta non deve interferire con il sacro compito del catechista neocatecumenale!

Sentite cosa dice a questo proposito:
"Sulla base di quanto affermato dal RICA (OICA) appare anche ben definito il lavoro del terapeuta che non dovrebbe mai interferire né sovrapporsi al cammino di fede del paziente, perché esso mira a “liberare dal peccato e dal demonio” e infonde “una forza nuova in Cristo”"

Appare appena il caso di ricordare che nel RICA è  il rito, detto Scrutinio, che viene celebrato dal sacerdote o dal diacono nelle tre domeniche di Quaresima, con le letture le preghiere e le benedizioni a liberare dal demonio e a dare una nuova forza in Cristo, non le follie da "piccolo chirurgo" e "medico fai-da-te" dei seguaci del tuttologo Kiko!

Il RICA, d'altra parte, si occupa della preparazione  del  candidato a ricevere il Sacramento  del Battesimo, non prevede interrogatori e intrufolamenti  nel foro interno del catecumeno da parte di ignoranti laici camuffati da esperti discernenti.

Il RICA non si occupa di recupero da pornografia o altre dipendenze. Il RICA non mette di mezzo terapeuti, psicologi o altro, soprattutto Il RICA non si sostituisce alla coscienza del singolo ne' tantomeno all'educazione e all'accudimento dei genitori nel caso di minori.

 
Se facessero a certi iniziatori
il test delle macchie di Rorschach...

Inizio corso 2024/2025
 
Anche nel mamotreto del 2024, si continua a battere sempre sullo stesso chiodo: le dipendenze, al punto tale che viene allegato un video, dal titolo “Dipendenze, pornografia e musica trap – Quando la ricerca della felicità spalanca le porte dell’inferno” e un intero allegato viene dedicato all'informativa sui Gruppi di recupero per le dipendenze.
Il video viene introdotto, sempre da don Pezzi, delegato a trattare l'argomento, con queste parole:
"Ora vedremo un video che ci aiuta a comprendere il grande dramma della pornografia e dell’inganno in cui cadono tanti giovani, anche attraverso la musica, soprattutto la musica trap. Alcuni fratelli, anche giovani, vanno al cammino, vanno alla parola, vanno all’eucarestie, eccetera, ma hanno una doppia vita, doppia vita, allo stesso tempo frequentano locali di pornografia o vedono pornografia e dopo, quando decidono di lasciarli, si lamentano che non possono riprendere un cammino come loro pensavano, perché sono intrappolati in queste menzogne e si va rovinando il cervello. Se questi abusi arrivano a un certo punto, ci si può riprendere, ma superato un limite non si può riprendere. Abbiamo consultato il dottor Gandolfini, e se avete pazienza di ascoltarlo, vedrete, per es., come la musica trap, la musica che quel giovanotto ascolta, ne diventa vittima: il fatto di quel ragazzo che esce di casa, dopo aver ascoltato questa musica e uccide la prima ragazza che trova… I ragazzi non si rendono conto. Per questo è importante vigilare e, come abbiamo detto, sfruttare i mezzi che la Chiesa ci dà, che sono soprattutto i sacramenti. Non lasciare la comunità. Va bene, allora, speriamo che vi serva. L'altro video sarà migliore".
Grande confusione, ma ciò che si coglie è la preoccupazione di avere un certo numero di giovani, e non solo, che pur frequentando il Cammino, sono soggetti a dipendenza dalla pornografia. La soluzione è sempre "non lasciare la Comunità": ci chiediamo come mai una tale emergenza non si verifica in altri movimenti o realtà cattoliche (Opus Dei, Focolarini, Rinnovamento...) e se invece non sarebbe il caso di verificare se non c'è qualche problema o qualche errore proprio nella proposta neocatecumenale, nell'educazione e nei messaggi che trasmette, direttamente o indirettamente ai giovani, e non solo ai giovani.
 
Caricatura francese sulla epidemia della pornografia 
 
In conclusione, tutto questo sforzo organizzativo - ormai da vari anni a questa parte l'allarme dipendenze è continuo e costituisce l'argomento principe dell'Inizio corso neocatecumenale - cela il fallimento della formazione del Cammino, e il tentativo di dare valenza ecclesiale al proprio operato stravolgendo il testo dell'iniziazione dei catecumeni al battesimo è fin troppo evidente.

Il presbitero don Pezzi non è comunque nuovo a queste discutibilissime operazioni sui testi del Magistero cattolico, e in particolare su quello del RICA. Rimandiamo alla lettura delle dichiarazioni fatte nell'Inizio Corso del 2017 (parte 1 e parte 2).

Un'ultima osservazione  riguarda la strategia neocatecumenale: quando si tratta di stilare delle linee guida per la difesa dei minori e dei fragili dall'abuso sessuale e psicologico, si rifiutano dichiarando d'essere una fondazione e non un'associazione; quando invece si tratta di fare interventi pesanti e senza alcun controllo sulla vita dei propri adepti, allora si dimenticano d'essere una fondazione e si mettono a fare i super-psicologi, in grado di definire quando, per esempio un minore nell'età dello sviluppo, sta attraversando una normale crisi o è in un momento di fragilità (o così dichiara d'essere) o quando si tratta di una situazione scompensata o di una patologia. Ma soprattutto la cosa più grave è  che lo fanno a partire da una violazione del foro interno che chiamano "scrutinio" mistificando lo scrutinio dell'iniziazione cristiana degli Adulti.

Che dire in conclusione? 

Possiamo solo fare un' ipotesi per spiegare questa enorme contraddizione negli insegnamenti dei leader 'spirituali' del Cammino neocatecumenale, questa ammissione di sconfitta e addirittura questa isteria di Kiko Argüello, solitamente così tollerante, fino al compiacimento, dei peccati "contra sextum" dei propri adepti.
 


L'ipotesi è la seguente.
 
Ormai gli scandali sessuali (pedofilia, violenze sessuali, incesti, perversioni di ogni tipo) che hanno come protagonisti e vittime membri del Cammino non possono più essere completamente coperti e tacitati: sono diventati di pubblico dominio. Sono un'emergenza, un bubbone così grande da non poter più essere celato.

E allora che si fa? Si ammette di aver sbagliato completamente indirizzo? Di non aver saputo educare i propri giovani alla continenza, al dominio di sé, alla castità? Di aver nutrito invece le loro fantasie fattesi morbose con il miraggio di poter soddisfare tutte le proprie voglie vantandosi di raccomandare o addirittura comandare rapporti continui, senza limite di periodi mensili, di necessità di recupero, di problemi economici, di età, di salute fisica e psicologica?
Di aver promesso l'Eldorado del sesso, addirittura benedetto da Dio?

Naturalmente no. Di fronte ai problemi che montano e non possono più essere nascosti, si invoca la 'malattia' causata dal mondo, dai social cattivi, dalle brutte compagnie. Una malattia che stranamente il taumaturgico Cammino non può curare, e sul cui insorgere declina ogni minima responsabilità.